Pubblicato più di un anno fa

Andrea Castagna
Se tra qualche secolo un archeologo del futuro dovesse disseppellire ed esaminare i resti della nuova ala del liceo “Galilei” di Caravaggio, probabilmente, non sarebbe in grado di capire quanti sacrifici hanno preceduto e permesso la sua costruzione. Perché è proprio merito dei sacrifici di molte persone se con l’inaugurazione di mercoledì 5 novembre il “Galilei” è diventato una confortevole casa che accoglie tutti gli studenti nella propria sede e non più in scomode succursali.
In primis va riconosciuto il sacrificio della provincia di Bergamo: si è presa la responsabilità di avverare il sogno del compianto preside Nazario Erbetta (scomparso il 22 aprile del 2006) che già dalla fine degli anni Novanta s’impegnò perché l’edificio già esistente fosse ampliato e ai suoi amati studenti fossero offerti nuovi spazi da dedicare allo studio.
Per anni si sono susseguiti svariati progetti che presentavano sempre il problema dei fondi. Poi, finalmente – grazie all’impegno anche economico garantito dal presidente della provincia Valerio Bettoni e dall’assessore all’edilizia Marcello Moro, che stanziando i 1,5 milioni di euro necessari hanno coperto interamente il costo dell’opera – è stato assegnato l’appalto e sono iniziati i lavori per una nuova grande ala centrale.
Ma non bisogna dimenticare che, nel corso degli anni, bidelli, professori e studenti hanno dovuto affrontare molti sacrifici di diverso genere, dovendosi spostare tra la sede e le varie succursali. E addirittura, proprio a causa dei lavori, per tutta la durata dello scorso anno scolastico i due vecchi corpi di fabbrica orientale (o “ala A”) e occidentale(o “ala B”) dell’istituto, prima uniti da un corridoio almeno al piano terreno, sono rimasti isolati fra loro, o meglio collegati soltanto da uno scomodo passaggio esterno che ha causato non poche scomodità al personale della scuola, specie nei giorni di cattivo tempo.
Ma se il viaggio, iniziato con l’ormai storica demolizione del vecchio corridoio il 4 aprile 2007, è da qualche settimana ultimato, non si può dire altrettanto dei sacrifici che ancora occorrono e occorreranno per rendere pienamente operativa la nuova ala C.
La biblioteca, ad esempio, fortemente voluta dagli studenti, non è ancora del tutto agibile ma è comunque aperta da fine novembre grazie alla disponibilità di alcuni professori e genitori che, gratuitamente e sacrificando il loro tempo libero, ogni mattina si mettono a disposizione degli studenti e della scuola.
Inoltre, se da un lato la disponibilità di quindici aule nuove ha sicuramente giovato alla didattica, dall’altro ha creato non pochi problemi di tipo logistico ed organizzativo (molti dei quali per fortuna già risolti), come i collegamenti alla rete informatica interna del liceo, la gestione delle pulizie, il coordinamento delle campanelle e la collocazione di banchi, sedie e lavagne. Per non parlare del nuovo piano di evacuazione in caso di incendio o emergenza, che ha dovuto sostituire quello vecchio (in uso a partire dagli anni ’80) in quanto, con la nuova ala C, ci sono molti più studenti e personale da sgomberare ma molto meno spazio nelle zone di raccolta intorno all’edificio.
Insomma, come ha ribadito il Dirigente scolastico Fabio Cortesi al taglio del nastro, la nuova ala non deve essere solo un traguardo, bensì anche il punto di partenza per migliorare e rendere ancor più efficiente la nostra scuola. E per fare ciò c’è ancora bisogno di tanti sacrifici da parte di tutti coloro che fanno parte della grande famiglia che nel liceo “Galilei” è di casa.
(articolo pubblicato su "Il Galileo" di dicembre 2008 - "Popolo Cattolico" del 13 dicembre 2008)