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Valeria Barzani
La quinta superiore, poi il grande passo. Molti liceali iscritti all’ultimo anno si trovano davanti al dilemma: quale facoltà universitaria?
In un orizzonte lavorativo sempre più incerto si deve, com-patibilmente con le proprie inclinazioni e passioni, sceglierne una che dia accesso, poi, al mondo del lavoro.
Le indagini Istat del 2006 rilevano una leggera ma costante diminuzione delle matricole nelle facoltà scientifiche: l’interesse dei maturandi per questo settore sta dunque diminuendo. Questo calo è evidente soprattutto negli studi chimico-farmaceutici, che sono passati da 14.934 iscritti nell’anno accademico 2004/2005 a 13.125 l’anno successivo (-12%).
Il calo d’interesse sembra provenire, oltre che dalle ben note difficoltà nel conseguire la laurea in questa facoltà (gli abbandoni nel passaggio dal primo al secondo anno riguardano il 25,5% degli iscritti, mentre il 66,4% si laurea fuori corso), anche dall’idea che questo settore offra scarse opportunità di successo nel mondo del lavoro.
Idea infondata, però. E per dimostrarlo ha dato un contributo, locale ma degno di rispetto, l’Ygea, l’ente che gestisce le tre farmacie comunali di Treviglio. La scorsa estate esse – con la collaborazione della farmacia comunale di Caravaggio e della farmacia “Antica spezia” di Martinengo, gestite rispettivamente dalla dottoressa Bornaghi e dal dottor Locatelli – hanno accolto dodici studenti provenienti dalle classi quarte del liceo scientifico “Galileo Galilei” di Caravaggio per uno stage di formazione e lavoro.
L’iniziativa era partita da un’idea della ragioniera Silvana Francesconi, responsabile dell’Ygea, ed era stata sostenuta dalle professoresse Gritti e Amodeo, docenti di scienze e di filosofia al liceo caravaggino. E ha riscosso un notevole successo: i giovani studenti, collaborando ciascuno per due settimane con validi tutor, hanno potuto valutare di persona le possibilità che una laurea in farmacia offre.
L’esperimento ha dato i risultati sperati. Gli studenti del liceo si sono detti molto soddisfatti dell’esperienza: hanno potuto non solo chiarirsi le idee sui compiti di un futuro laureato in farmacia, ma anche osservare e sperimentare che cosa avviene dietro il bancone per varie categorie di farmaci, così da completare il percorso di educazione alla salute che, al liceo di Caravaggio, ha avuto per tema proprio il farmaco, dalla ricerca all’utente.
Grande rilievo va anche dato al lato umano e relazionale dello stage: gli studenti hanno potuto constatare che nell’ambiente di lavoro la preparazione conta sì, ma tanto quanto la continuità, l’autonomia, la collaborazione, la disponibilità, il senso del dovere, lo spirito di iniziativa e l’interesse personale.
Certo due settimane non avranno soddisfatte tutte le curiosità, ma sono state comunque di valido aiuto per capire le linee generali di una professione che, se risponde alle proprie inclinazioni, può essere fonte di grandi soddisfazioni dal punto di vista sia economico sia di carriera. I numeri parlano chiaro: dopo tre anni dalla laurea solo il 9,2% risulta disoccupato e il reddito mensile medio di un farmacista (1346 euro) è inferiore soltanto a quello del medico.
Vale la pena provare. Anzi, riprovare: l’augurio è che anche la prossima estate un gruppo di studenti di quarta del “Galilei” segua le tracce dei loro compagni e ripeta l’esperienza. Con soddisfazione di tutti.
(articolo pubblicato su "Il Galileo" di febbraio 2008 - "Popolo Cattolico" del 16 febbraio 2008)