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La natura, il rapporto che con essa stabilisce l'uomo, le grandi catastrofi sono il filo conduttore che unisce molte delle tracce della prova scritta di italiano dell'esame di stato 2017. La poesia "Versicoli quasi ecologici" di Giorgio Caproni («L’amore / finisce dove finisce l’erba / e l’acqua muore. Dove / sparendo la foresta / e l’aria verde, chi resta / sospira nel sempre più vasto / paese guasto: "Come / potrebbe tornare a esser bella, /scomparso l’uomo, la terra".») per l'analisi del testo; la natura come minaccia o idillio nell'arte e nella letteratura per il saggio breve di ambito artistico-letterario (dal "Dialogo della Natura e di un Islandese" di Leopardi a "Il lampo" di Pascoli e "I limoni" di Montale, un dipinto di Turner e uno di Pellizza da Volpedo, un passo della "Lettera da Ventimiglia" di Jacopo Ortis); "Disastri e ricostruzioni" è invece l'argomento del saggio di ambito storico-politico (il bombardamento dell'abbazia di Montecassino del 15 febbraio 1944 da parte degli Alleati, la rievocazione dell'alluvione dell'Arno del 1966, la metafora degli argini da costruire per il fiume quando è ancora estate usata da Machiavelli nel capitolo 25 del "Principe").
Due tracce chiedevano agli studenti di analizzare il rapporto tra lavoro e mondo digitale ("Nuove tecnologie e lavoro" è l'argomento del saggio di ambito socio-economico, "Robotica e futuro tra istruzione, ricerca e mondo del lavoro" quello dell'ambito tecnico-scientifico), mentre il tema di argomento storico era incentrato sugli anni del boom economico dell'Italia con due citazioni da saggi degli storici Piero Bevilacqua e Paul Ginsborg. Il tema generale, infine, partendo una un brano di un articolo di Edoardo Boncinelli, chiedeva di discutere delle diverse accezioni del termine "progresso" (materiale e morale) e del rapporto che questo stabilisce tra i singoli individui e la comunità a cui appartengono.