20 febbraio 2015 - 13:04

Il cifrario di Giulio Cesare
Svetonio racconta che Giulio Cesare usava per le sue corrispondenze riservate un codice di sostituzione: le lettere dovevano così essere decrittate , dopo aver capito il codice di crittazione utilizzato. Quale codice usava Giulio Cesare ?
Sai fare un esempio ?
E già che ci siamo, quale codice nelle sue corrispondenze usava Ottaviano Augusto ?
Sai fare qualche esempio ?

 
Buongiorno a tutti.
Il cifrario di Cesare, o cifrario a scorrimento, è uno dei più semplici da creare (e quindi, ahimè, semplice da decrittare). È basato sull'alfabeto, e necessita di una chiave numerica. Ogni lettera va cambiata con un'altra che la segue, scelta in base a un numero. Per esempio se si sceglie 4 come chiave, la A diventa E (A + 4 -> A, B, C, D, E). Analogamente, la E diventa I e la Z diventa D, ripartendo dalla A. Se vogliamo scrivere "Il cane è malato" con chiave 3 otteniamo "Lo fdqh h pdodwr".
La sua invenzione è attribuita a Cesare, che avrebbe concordato il numero con i suoi generali e quindi solo loro sarebbero stati in grado di leggere i suoi messaggi. In questo cifrario esistono però solo 25 chiavi possibili, perché la ventiseiesima è uguale alla zero (cioè A = A, B = B etc.): bastano quindi alla peggio 25 tentativi per decifrare un messaggio. Questo sistema evidentemente funzionava contro i Galli, i Germani e i Britanni, che a stento sapevano leggere, ma durante la guerra civile i Romani sapevano facilmente decifrare ogni messaggio crittato in questo modo.
Ottaviano, il futuro Augusto, come probabilmente anche i suoi nemici, utilizzava un cifrario più complesso e sicuro per le comunicazioni più importanti. Si prendeva un brano dell'Iliade o dell'Odissea (testi di cui tutti possedevano una copia, o che addirittura conoscevano a memoria) e si numerava ogni sua lettera: la A diventava 1, la M 13, la Z 26 etc.. Si considerava quindi il testo in chiaro, cioè il testo da crittare, e si facevano corrispondere le sue lettere con i numeri ottenuti; infine si spostava avanti ciascuna lettera di tante lettere quanto valeva il numero che le corrispondeva. Per esempio:
C A  N  T  A  M  I O D I  V  A DE L  P  E  L I  D E A C H I  L   L  E ...
3 1 15 20 1 13 9 15 4 9 22 1  4  5 1 16 5 12 9 4  5  1  3  8 9 12 12 5 ...
L E S   E  R C  I   T O S B  A R C A  A M E  Z Z A  N O  T T E ...
O F H  Y  S R R   I  S B X  B V H B  Q R Q   I D F  U W B C Q ...
Al di là del fatto che io qui abbia usato testi italiani, i Romani usavano ovviamente il testo in greco dell'Iliade, e dato che chi usava questa tecnica era un comandante o un alto ufficiale, probabilmente anche i messaggi erano in greco. È tuttavia curioso notare che non è necessario utilizzare lo stesso alfabeto: non sono importanti le lettere dell'alfabeto cifrante, ma le loro posizioni.