Pubblicato più di un anno fa

di Giorgia Fleischmann
Come immaginavo prima della mia partenza, il clima è stato una tra le differenze più grandi che ho affrontato qui in Norvegia. Infatti, una tra le prime cose che mi è stata detta da Kari, mia madre ospitante è stata: «Det finnes ikke dårlig vær, bare dårlige klær», che vuol dire «non esiste qualcosa chiamato brutto tempo, solo vestiti inadatti». Niente di più vero: mi basta uscire senza indossare “superundertøy”, un completo termico che tradotto letteralmente significa “super biancheria”, che subito i denti cominciano a battere. La parte positiva è che dopo una settimana di temperature che oscillano tra i -3 e i -6 gradi, quando improvvisamente si rialzano sembra già primavera.
Ma il freddo non è l’unica cosa che può infastidirti, il suo migliore amico è il buio: a oggi il sole sorge alle 9 e tramonta alle 15:30; ma mi sento abbastanza fortunata se penso che nel nord della Norvegia, il sole non lo vedono proprio, e per tre lunghi mesi.
Per rendere tutto questo più sopportabile per fortuna è arrivata la neve! Mi ha sorpreso in una mattina di inizio novembre, quando, svegliandomi, iniziava già a coprire i tetti delle case e le cime degli alberi. A pochi passi da casa, in mezzo ai pini e un lago ghiacciato, sembrava già inverno inoltrato e, anche se tutti i norvegesi, più che abituati al loro freddo e nevoso inverno, non si meravigliano affatto, io non ho potuto che rimanerne incantata.
E poco prima che l’autunno si trasformasse in inverno ho avuto l’opportunità di ammirare un piccolo pezzo di Norvegia da un nuovo punto di vista: un mondo acceso di rosso niente di meno che da un elicottero!
E come si fa a non rimanere senza fiato di fronte a tutta questa meraviglia?
(3 - continua)