31 maggio 2007 - 10:53

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Paolo Bianchessi con la collaborazione di Silvia Defendi e Alice Maffioli

Trentadue alunni di quattro classi del liceo linguistico “Galileo Galilei” si avviano alla conclusione del progetto Comenius – Exploring Europe durato tre anni, in collaborazione con le scuole superiori di Fuenlabrada, a Madrid, e di Kropp, in Germana settentrionale: alla fine di aprile proprio la scuola tedesca ha accolto alcuni liceali di Caravaggio – accompagnati dai docenti Giovanni Mineri e Cristina Sollazzo, i motori italiani del progetto – per l’ultimo scambio culturale del triennio.

Il progetto era basato sul programma di inglese delle classi prime, seconde e terze: ogni anno gli studenti ricevevano il programma delle attività. Gli scopi? Promuovere la cooperazione europea tra le scuole, migliorare la conoscenza di culture e lingue dei paesi europei, stimolare i contatti tra allievi di diversi paesi, incoraggiare la mobilità degli insegnanti, divertirsi e viaggiare.

Gli studenti coinvolti delle tre scuole hanno lavorato insieme per tre anni su un programma stabilito da un consiglio di classe internazionale, scambiandosi materiale via internet o con visite periodiche nelle scuole partecipanti. Parte del lavoro è stata pubblicata su un giornale virtuale all’indirizzo http://ejournal.eduprojects.net/linz7

Riccardo Salvadeo e Alice Maffioli di 3a G ci raccontano la loro esperienza.

Riccardo, tu da chi sei stato ospitato?

Sono stato ospitato nell’autunno 2006 a Loranca, un quartiere di Madrid, dalla famiglia di Zaida, una ragazza molto carina.

La tua giornata tipo?

La mattina andavo a scuola e partecipavo alle lezioni, nel pomeriggio visitavamo le città vicine.

Invece tu, Alice, dove sei stata ospitata?

Sono stata ospitata da Marlitt a Kropp, in Germania, nel marzo 2006. Da subito ho riscontrato che la Mutter tedesca sprona i figli fin da piccoli a essere indipendenti, mentre la mamma italiana è più una “chioccia” che tiene vicino a sé i propri figli il più a lungo possibile.

Com’è stata la vostra esperienza?

Indimenticabile, sia perché ci siamo divertiti molto sia perché abbiamo potuto parlare di argomenti comuni in inglese.

Alice, tu la consiglieresti?

Certo: le iniziative che mettono in collaborazione studenti di nazioni diverse servono ad abbattere barriere e a migliorare le competenze linguistiche degli alunni.

Riccardo, pensi che manterrai i contatti con la ragazza che ti ha ospitato?

Sì, già adesso ci scriviamo e ci scambiamo materiale via e-mail. Sia io che Alice pensiamo che l’approfondimento della lingua inglese ci abbia dato la possibilità di entrare in un ambito culturale diverso e di coglierne gli spunti più affascinanti, che ci hanno arricchito come studenti e come persone.

(articolo pubblicato su "Il Galileo" di maggio 2007 - "Popolo Cattolico" del 19 maggio 2007)

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