26 novembre 2015 - 11:37

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di Arianna Bertocchi e Beatrice Borelli

Martedì 20 ottobre le classi 2aA, 2aD, 2aF, 2aH del Liceo statale Galileo Galilei di Caravaggio si sono recate all’ospedale di Treviglio per partecipare a una iniziativa del progetto O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna), che ha lo scopo di offrire incontri organizzati e tenuti da medici specialisti per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo ai disturbi alimentari, diffusi maggiormente nelle adolescenti.

Dopo un saluto e una breve illustrazione del programma della mattinata da parte del dottor Giorgio Odone, psichiatra dell’ospedale, è stato proiettato il film “Maledimiele”, per la regia di Marco Pozzi, presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 2010, che racconta la storia di una adolescente, Sara, che si trova ad affrontare il problema dell’anoressia.

Il trailer del film "Maledimiele"

 

Al film è seguita una discussione sul tema dei disturbi alimentari con il dottor Odone, la dottoressa Alessandra Mombrini e alcune psicologhe specializzande, a cui gli studenti hanno partecipato suddivisi un quattro gruppi.

Il dibattito si è articolato in diversi momenti: le cause che possono spingere le ragazze ad avere problemi con l’alimentazione, i rapporti con le persone e i comportamenti adottati durante questo difficile periodo. Le cause riscontrate possono essere sia remote, per esempio un’infanzia difficile che si ripercuote sul presente, il mancato dialogo tra i genitori (nel caso di Sara – la protagonista del film - la madre ha un amante) e il poco affetto dimostrato dalle figure familiari; sia ravvicinate, come una presa in giro da parte di alcuni compagni o una difficoltà personale che non si è riuscita a risolvere.

È stato analizzato poi il tema delle relazioni: il rapporto di Sara, e degli adolescenti in generale, con i genitori, con le amiche e con l’altro sesso.

L’anoressia è una malattia e spinge chi ne soffre a comportamenti come le abbuffate di cibo, il conseguente vomito, la mancanza di appetito, lo sport esagerato, il continuo monitoraggio del proprio peso e un bagno ghiacciato per perdere calorie. Le adolescenti come Sara vogliono perdere peso per piacere a sé stesse ma anche agli altri. Sono spinte dal fatto che si vedono grasse anche quando non è così. Vogliono raggiungere la perfezione, il peso perfetto. Vorrebbero essere ammirate dagli altri per il proprio fisico. Le conseguenze di questa malattia sono sempre le stesse: la tendenza all'isolamento, a perdere la sicurezza in se stessi, la mancanza di energia per affrontare una semplice giornata, la tendenza a nascondere il problema.

Esistono tuttavia diverse vie di guarigione che richiedono l’aiuto delle persone più vicine a chi soffre. Serve l'aiuto di uno psicologo, ma sono importanti anche gli amici, che non dovrebbero né far pesare la condizione di malattia, né far finta che sia tutto a posto.