Pubblicato più di un anno fa
Martha Ferrari
Per tre anni il liceo “Galileo Galilei” è stato coinvolto, insieme con le scuole di Kropp (Germania) e di Fuenlabrada (Spagna), nel progetto Comenius - Exploring Europe, attività di scambio culturale finanziata dall’Unione europea. Conclusosi tale programma, l’istituto ha avviato un’analoga collaborazione con la scuola Tokiona di Bera, località dei Paesi baschi, usando l’inglese come veicolo comunicativo. I sedici ragazzi baschi, ospiti di altrettanti studenti italiani delle classi 3aI e 3aF, sono atterrati in Italia mercoledì 2 aprile e per una settimana hanno partecipato sia alle regolari attività didattiche sia a visite di interesse culturale: gli insegnanti coordinatori, Giovanni Mineri e Cristina Sollazzo, docenti di inglese al liceo, avevano organizzato escursioni a Venezia, Milano, Bergamo e Caravaggio.
Lasciamo però spazio a chi ha vissuto l’esperienza e si è offerto di raccontarla.
Nome?
Jone.
Anni?
Diciassette.
Provenienza?
Etxalar, Paesi baschi.
Una parola per descriverti?
Allegra.
Una per descrivere la tua ospite?
Aperta.
Una per descrivere il tuo paese?
Verde.
Una per descrivere il tuo stato ospite?
Affascinante.
Come ti è sembrata l’esperienza in famiglia?
Interessante perché, nonostante la diversità linguistica,siamo riusciti a parlare di diversi argomenti: dalle tradizioni del mio paese e del vostro, ai cibi, ai costumi.
Come e quanto si percepisce la differenza tra giovani italiani e baschi?
Tra le ragazze non ce n’è molta, mentre tra i maschi è più evidente. I ragazzi italiani sono molto più attenti alla moda, si lisciano i capelli, portano pantaloni a vita bassa. Da noi prestano meno attenzione a queste cose.
Che città eri ansiosa di vedere?
Di quelle programmate mi interessava molto Venezia, che ho trovato bella e romantica, mentre delle città italiane in generale vorrei visitare Roma e Firenze.
La “vacanza” ha rispecchiato le tue aspettative?
Direi che le ha superate. Mi aspettavo che il rapporto fosse più freddo, invece ho trovato tutti molto aperti e disponibili.
E ora l’ospite italiana.
Nome?
Sara.
Anni?
Diciassette.
Provenienza?
Pagazzano.
Una parola per descriverti?
Socievole.
Una per descrivere la tua ospite?
Educata.
Una per descrivere il tuo paese?
Si mangia bene.
Una per descrivere il tuo stato ospite?
Te lo dico a maggio, una volta tornata dai Paesi baschi.
Come ti è sembrata l’esperienza in famiglia?
Non è stato difficile vivere insieme, perché c’è stata volontà di comunicare da parte di entrambe.
Come e quanto si percepisce la differenza tra giovani italiani e baschi?
Non ci sono grandi diversità. I ragazzi baschi però sono meno attenti alla moda.
Che città sei ansiosa di vedere?
San Sebastian, che è una delle città basche più importanti.
La “vacanza” ha rispecchiato le tue aspettative?
No, ma in meglio. Pensavo sarebbe stato più complicato comunicare, invece si è rivelato abbastanza facile intenderci.
L’esperienza italiana si è conclusa ufficiosamente martedì 8 aprile con una festa di arrivederci per gli ospiti. Quella reciproca in terra basca però è ancora da vivere: il progetto From the Pyreenes to the Alps (“Dai Pirenei alle Alpi”: così è stato chiamato) prevede che gli alunni del “Galilei” volino in Spagna dal 7 al 14 maggio. Le aspettative sono molte, il desiderio di conoscere un’altra realtà europea è intenso, anche se misto al timore di non riuscire a comunicare al meglio. Ma la volontà di venirsi incontro vicendevolmente, viva nei ragazzi, sarà d’aiuto.
(articolo pubblicato su "Il Galileo" di aprile 2008 - "Popolo Cattolico" del 19 aprile 2008)